Beatrice

Attimi di Arte

Momento poesia: Giosuè Carducci

So che forse sembra un po’ un cliché il fatto che scriva di Giosuè Carducci, ma in questi giorni ricorre l’anniversario della sua morte e mi sembra un ottimo motivo per ricordarlo.

maxresdefault

La poesia che ho scelto é “Pianto Antico”, quarantaduesimo componimento della raccolta Rime Nuove, scritta nel 1871 e dedicata al figlio Dante, deceduto un anno prima a soli 3 anni. 

Pianto Antico, 1871

L’albero a cui tendevi
La pargoletta mano,
Il verde melograno
Da’ bei vermigli fior,

Nel muto orto solingo
Rinverdì tutto or ora
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l’inutil vita
Estremo unico fior,

Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra;
Né il sol più ti rallegra
Né ti risveglia amor.

E’ una poesia triste ma allo stesso tempo bellissima, che colpisce molto; il dolore di Carducci è un dolore che accomuna gli uomini di ogni epoca, ecco perché il pianto viene definito “antico”. Carducci vuole raccontare un pianto eterno.
La prima strofa mette in evidenza l’albero di melograno, ultimo frutto che matura e quindi anche ultima pianta che fiorisce. Mentre la seconda comincia col descrivere il giardino della casa del poeta, arrivando poi alla metafora struggente dove Carducci si paragona a una pianta incapace di rifiorire e il figlio era l’unico fiore della sua vita. Fiore che non potrà più vedere la luce del sole, né godere dell’amore.

Mi viene da pensare al romanzo contemporaneo “Caduto fuori dal tempo” di David Grossman, che più che un romanzo è forse una lettera d’amore al figlio Uri, ucciso in missione da un missile anticarro sul fronte libanese nel 2006.
Grossman riempie l’ultima pagina così:

“È solo che il cuore
mi si spezza,
tesoro mio,
al pensiero
che io…
che abbia potuto…
trovare
per tutto questo
parole.”

Il cuore si spezza ma si ricompone un po’ la vita, si ricompone la capacità di vedere, perfino di chiamare per nome la morte. Ricominciare a vivere la vita dopo averla scritta, raccontata, con questo dolore non più addosso ma accanto.

Beatrice Carducci

 

5 commenti su “Momento poesia: Giosuè Carducci

  1. Pingback: Momento poesia: Giosuè Carducci | alessandrapeluso

  2. silviacavalieri
    17 febbraio 2016

    Il confronto fra la vita che continua prepotente a esprimersi nei colori della natura, la piccola vita spenta e quella del padre che, malgrado il dolore, canta il dolore. D bambina questi versi mi facevano piangere.

    "Mi piace"

  3. Pingback: per il uichend una nuova lettura in arrivo da beatrice | +L'Usignolo+Veritatem invenire cum gaudio+

  4. Meogrossi luigi
    27 dicembre 2020

    Spettabile signora, io sono un poeta di origine abruzzese ed abito in un paesino vicino Vasto ( Chieti) patria di Gabriele Rossetti ( scrittore abruzzese emigrato nel fine secolo diciottesimo in Inghilterra ed il cui figlio scrisse un opera commentata dal suo bis- bis – bis -nonno. Mi chiamo Luigi Meogrossi e la mia poetica psico-impressionista è poco conosciuta ( anche se il mio libro dal titolo ‘ Riflessi di Vita’ è stato lodato da Vittorio Sgarbi come noto critico d’arte e da Mario Luzi, quest’ ultimo Commentatore d’Ungaretti e il fu senatore a vita. Non voglio dilungarmi di più e se è curiosa di questo mio tipo di opera, può contattarmi al 371/3430509. Grazie ed un imbocca a lupo per la sua opera di pittrice. Allora arisentirci se vuole. P.s. la poetica del suo grande Parente lontano mi è sempre piaciuta, specie in quelle poesie brevi ma intense che caratterizzano forti sentimenti familiari.

    "Mi piace"

Lascia un commento

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 17 febbraio 2016 da in Poesia con tag , , , , , , , , , , , , .