Frida Kahlo è l’artista messicana dalle folte sopracciglia, dal destino brutale ma soprattutto dalla inguaribile passione per la vita. Una vita da romanzo, di quelli da leggere tutti d’un fiato. Una vita breve, segnata dalla malattia e da un terribile incidente in tram.
“Non sono malata. Sono rotta. Ma sono felice, fintanto che potrò dipingere” – usò queste parole trasformando il dolore in bellezza, trasformando in arte un corpo fragile e ferito. I suoi quadri si fondono con la vita e non possono esserne disgiunti, perché è la sua vita stessa ad essere un’opera d’arte.
Risulta impossibile inserirla tra i tanti movimenti di avanguardia della prima metà del ‘900. La vollero con loro i surrealisti ma lei, rivolgendosi ad André Breton, sottolineò che ciò che dipingeva non era affatto il suo inconscio, ma la sua vita e la sua realtà; quella di tutti i giorni, quella vera. Un’arte simbolica ma non surreale, difficilmente spiegabile con le parole. La sua pittura è un’esplosione di realtà.
A differenza degli enormi murali che dipingeva il suo eterno amante, Diego Rivera, i quadri di Frida sono di piccole dimensioni e solamente nei ritratti userà tele di maggior grandezza. Cominciò a dipingere distesa sul letto, davanti ad uno specchio che inquadrava il suo volto; suo perenne oggetto di studio.
La poesia della sua arte fu quella di riuscire ad essere trionfante sul dolore, attraverso quei suoi occhi neri e malinconici, sempre aperti e che tramite i suoi autoritratti non smetteranno mai di guardarci. “Continuerò a scriverti con i miei occhi. Sempre.” – scriverà sui suoi diari poco prima di morire.
La sua vita non si piegherà mai al dolore ma reagirà. E ci basterebbe avere anche solo la metà del suo coraggio, della sua fierezza e della sua immensa voglia di esplorare il mondo.
Il rapporto con suo marito Diego fu una delle più tormentate e passionali storie d’amore, ma anche di dolore. Una nota dolente che rimarrà tale per tutto il corso della vita di Frida Kahlo. Due cuori così infiammabili ma così bravi a giocare con il fuoco.
Desiderio, angoscia, dolore e passione. La vita scorre in questa assurda giostra di amore e disperazione.
“Il 13 luglio 1954 è stato il giorno più tragico della mia vita. Avevo perso la mia Frida, che avrei amato per sempre. Solo più tardi mi resi conto che la parte più bella della vita era stato il mio amore per Frida.”
(Diego Rivera)
Beatrice Carducci
Brava!
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Grazie mille!!!
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La amo. Bellissimo post 🙂
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